Non tutti i ristoratori hanno scelto il food delivery in attesa della riapertura.
Quando, e soprattutto in che modo, potremo tornare a frequentare i ristoranti?
Lo scorso mese di aprile Tradelab Metrica e Ricerche ha condotto una ricerca sulle intenzioni degli italiani al momento della riapertura dei locali al pubblico al termine delle restrizioni ministeriali. Dall’indagine è emerso un dato interessante: l’82% degli intervistati ha dichiarato di voler tornare a frequentare i locali pubblici solo quando sarà garantita la totale sicurezza. Inoltre ciò che emerge in modo evidente è la propensione verso la scelta di locali che possano offrire spazio all’interno, poco affollamento, buona distanza tra i tavoli e una più che ottima pulizia.
Attualmente i ristoratori possono lavorare con il servizio di food delivery, anche se non tutti hanno optato per questa soluzione. Molti esercenti hanno infatti deciso di restare chiusi in attesa di riprendere l’attività appena le direttive ministeriali lo permetteranno.
Lo scorso martedì 28 aprile a Café Bleu abbiamo intervistato due ristoratori che portano avanti scelte differenti.
David Marchiori, chef e proprietario di un ristorante di Mestre (Venezia), ha deciso di non aprire il servizio di delivery spiegandone le ragioni ai nostri microfoni.
Ascolta l’intervista a David Marchiori
Dallo scorso marzo lo chef Mehdi El Omari, proprietario di un ristorante a San Secondo di Pinerolo (Torino), ha reinventato la sua attività per proporre la consegna a domicilio.
Ascolta l’intervista a Mehdi El Omari
AGGIORNAMENTO del 12 maggio, h14:00
Nella giornata di oggi, 12 maggio 2020, un giorno dopo la stesura di questo articolo e a distanza di quindici giorni dalla trasmissione delle interviste a Café Bleu, l’Inail ha pubblicato il documento tecnico approvato dal CTS, il Comitato Tecnico Scientifico incaricato dal Governo.
Il documento è disponibile qui.