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Come si può educare al genere con valori che non ingabbino in un genere? Ma prima ancora cosa è esattamente il genere? Cosa dicono le teorie post-gender cosa? dicono i detrattori reazionari quando parlano di ideologie del gender? Mettere in discussione l’universalità dei due generi significa dover rinunziare al linguaggio inclusivo? Significa dimenticare che il linguaggio e la società sono ancora sessisti? Quali sono le sfide dell’educare al genere oggi senza predefinire modelli forgiati su stereotipi? Senza cadere in contro-stereotipi? Forse ci aiuta sapere che genere è una
categoria non descrittiva ma performativa. Il corpo non è tutto, le teorie post-gender vogliono partire dalla realtà, descrivere come stanno le cose al di là delle leggi, delle norme prescrittive date dalla società. Così l’identità è qualcosa di instabile. Il risultato con cui fare i conti è che il genere forse non è così fondativo, mentre ciò che è fondativo è l’incontro. I corpi alle volte hanno imprigionato le persone, perchè corpo e percezione di genere differiscono. Questo pensiero si smarca molto dal femminismo classico che partiva dalla constatazione che si viene al mondo diversi, maschi e femmine, e che la diversità di genere fosse la diversità la chiave che spiegasse tutte le altre differenze. Rimaniamo così con altre domande, ma avremo modo di affrontarle anche nelle prossime puntate con Daniela Di Carlo.