A chi parla Gesù? Agli uni o agli altri? Ai vincitori o ai vinti di questa umanità senza più speranza? A chi parla Gesù? Parla al mondo o parla alla sua chiesa, a quella cristianità che non aspetta più il suo Signore e che si sente eterna e intramontabile?
Maria Bonafede
I testi
14 “Le parole di Ionadab, figlio di Recab, che comandò ai suoi figli di non bere vino, sono state messe in pratica; ed essi fino a oggi non hanno bevuto vino, in ubbidienza all’ordine del padre loro; io vi ho parlato, parlato fin dal mattino, e voi non mi avete dato ascolto.
Geremia 35,14
28 «Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!»
Luca 11,28
14 Perciò, miei cari, fuggite l’idolatria. 15 Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi su quel che dico. 16 Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la comunione con il sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo? 17 Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell’unico pane. 18 Guardate l’Israele secondo la carne: quelli che mangiano i sacrifici non hanno forse comunione con l’altare? 19 Che cosa sto dicendo? Che la carne sacrificata agli idoli sia qualcosa? Che un idolo sia qualcosa? 20 Tutt’altro; io dico che le carni che i pagani sacrificano, le sacrificano ai demòni e non a Dio; ora io non voglio che abbiate comunione con i demòni. 21 Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. 22 O vogliamo forse provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui?
1Corinzi 10,14-22
Le letture di oggi sono a cura di Nicola Tedoldi e Ombretta Arnoulet