L’epidemia di coronavirus continua a far parlare di sé, ma soprattutto ha raggiunto toni pesantissimi sui media italiani, purtroppo spesso molto pronti a inseguire le emergenze.
Mentre i numeri evolvono, ci si comincia chiedere cosa succederà nel medio-lungo periodo e ci sono almeno due scuole di pensiero: chi pensa che il picco delle infezioni dovrebbe essere raggiunto intorno al 10-15 febbraio per poi recedere e chi invece ritiene che i numeri saranno ancora destinati a salire a causa dell’esodo di capodanno non controllato delle prime fasi dell’epidemia quando, ricordiamolo, 5 milioni di persone lasciarono Wuhan prima che venisse decretato il blocco dei collegamenti con la città.
Per capire meglio quali sono i possibili scenari, abbiamo oggi con noi Paolo Narcisi, medico presso la Città della Salute di Torino e presidente della ong Rainbow 4 Africa. Cosa c’entra l’Africa? Il fatto è che per ora l’emergenza ha riguardato Paesi con sistemi sanitari abbastanza solidi, che hanno avviato protocolli che contribuiscono a contenere il tasso di mortalità. Ma cosa può succedere in aree con sistemi sanitari più fragili?