Come “affrontare” Fabrizio De Andrè, la sua lezione e l’influenza che ha avuto sulla musica italiana?
Questa è la sfida che ho proposto in un Moon Safari fuori dai consueti schemi legati all’elettronica, al trip-hop ma anche al blues, al jazz e a un certo cantautorato italiano. Tenevo tantissimo a proporre il grande Faber a Moon Safari anche perché, oltre alla musica, uno dei fili conduttori del mio programma è la poesia. Ecco, questo è il legame: l’opera di uno dei più grandi cantautori italiani e la sua poesia musicale disegnata con colori a pastello del grande cantastorie genovese.
Quarant’anni d’attività, tredici album realizzati in studio e diversi dischi live e singoli: una produzione enorme con il punto in comune delle storie che riguardano gli emarginati, i perdenti, gli ultimi, ma anche i sentimenti, la natura, il ripudio di tutte le guerre e la libertà di espressione. Alcuni di questi testi sono considerati vere e proprie poesie tanto da essere inserite anche nei programmi di studio e nelle antologie per le scuole superiori. I testi di Faber, anarchico libertario e pacifista che tanto aveva a cuore anche il tema della natura, sono delle vere e proprie perle da riscoprire e riascoltare anche e sopratutto al giorno d’oggi.
La selezione che ho pensato per Moon Safari comprende alcune canzoni tratte dal vasto repertorio del cantautore dei Carruggi e altre di artisti nei quali ho cercato di trovare dei punti in comune con l’opera e, appunto, l’insegnamento di Faber.
Dalla forte e fragile “Dolce Luna” (con un titolo così, come non inserirla in scaletta nel mio programma?) tratta dal disco Volume 8, segue “Coda di Lupo” con il suo ritmo leggero e orecchiabile con un testo che va dritto al cuore; il viaggio poi prosegue con “Canto del servo pastore”, in cui è evidenziato il tema della natura tanto caro a Faber, per passare a quella “Nina” che lui ha “visto volare” e alla necessità di saper cogliere il bello e l’essenziale della vita, ma anche a Dolce Nera, che ricorda la storia di un amore nato tra le lenzuola bagnate dall’alluvione che colpì Genova, in cui l’anima libera e votata alla world music di Faber stava venendo fuori grazie a collaborazioni importanti come quella avuta con Ivano Fossati. La ricerca musicale di Faber porterà alla sensualità di “Jamin-a”, un inno all’erotismo rappresentato da questa lupa dalla pelle scura che “non era un sogno ma la speranza di una tregua da un possibile mare forza 8 e da un possibile naufragio”, una tempesta di erotismo e sensualità accentuate dal ritmo e dall’arrangiamento così coinvolgente che accompagna il testo cantato in genovese tratto dal mitico Creuza de Ma in cui Faber ha dichiarato di aver usato la lingua del mare, “un esperanto dove le parole hanno il ritmo della voga, del marinaio che tira le reti e spinge sui remi. […] un veicolo per far penetrare agli occhi dei genovesi (e non solo nei loro) suoni etnici che appartengono alla loro cultura.”
Non ho pensato solo a Faber ma anche alla sua eredità lasciata al mondo della canzone. Un’eredità basata sulla sperimentazione non solo di nuove frontiere musicali che lo hanno portato sempre più, come dicevo poc’anzi, verso il concetto di world music ma anche a livello dei testi. Da qui la mia esigenza di esplorare, appunto, in pieno stile Moon Safari, compiendo un tentativo di ricerca delle radici faberiane nella musica italiana e non solo. Dalla sensuale Jamin-a ho proseguito il viaggio toccando i Noir Desir con Manu Chao nella loro “Le vent nous portera”, interpretata peraltro da Cristiano De Andrè per poi tornare in Italia con Alessandro Mannarino e il folk dei Modena City Ramblers fino a chiudere il cerchio di nuovo con Faber e la sua “Le acciughe fanno il pallone”, ideale metafora in difesa di un modo di far musica sempre più minacciato dalle scelte mainstream e dalla commercializzazione estrema dettata da un “Dio senza fiato a cui non credere mai”.
Qui di seguito il link al canale Spreaker di Moon Safari, da copiare e incollare sulla pagina del vostro browser, su cui potrete ascoltare e scaricare la trasmissione omaggio dedicata al grande Faber.