Ad Ad.dar nessuno ti chiede che partito voti, o quale sia la tua religione. La vera richiesta è quella di mettersi in gioco in un luogo al tempo stesso diverso e simile da quello da cui si è partiti.
Chi frequenta questo luogo, il cui nome in arabo significa “casa”, ha lasciato il posto in cui viveva in Siria per fuggire dalla guerra e si è ritrovato a Istanbul, una città che offre grandi opportunità ma anche il rischio di perdersi nel caos di una grande metropoli.
Tra le mura di Ad.dar, infatti, si conducono programmi educativi rivolti a bambini, giovani e adulti, offrendo la possibilità di colmare il ritardo educativo e addirittura di fare il grande salto verso università in Europa e America, oppure verso istruzione di eccellenza nella stessa Istanbul, dove molti uomini, donne e bambini stanno costruendo un nuovo presente e un nuovo futuro.
Ritrovare uno spazio da chiamare “casa” significa prima di tutto cominciare a ricostruire la propria vita con dignità dopo il trauma della guerra, ma anche guardare al futuro con una lente diversa.