La natura morta ha guadagnato molto consenso in Olanda e nei paesi bassi perché soggetto ideale per mantenere una certa sobrietà ma allo stesso tempo poter sfoggiare la ricchezza dei committenti. Grazie a ricche tavole imbandite di prodotti locali o preziose spezie in arrivo grazie alla Compagnia delle Indie, argenteria e gli ultimi prodotti dell’innovazione scientifica, come cannocchiali e lenti, si poteva sfoggiare tutto il proprio potere economico. Tutto senza ferire la sensibilità protestante ed evitare scene di strazianti martiri.
Nel XX secolo poi, derivante dalla pop art, si è sviluppata una corrente che riprende quelle tecniche del 1600 olandese, ma con intenti e soggetti differenti: si tratta dell’iperrealismo.
Alle capacità pittoriche si aggiunge una ricerca di resa fotografica dell’immagine; dal punto di vista della scultura, l’uso di materiali plastici e resine ha reso possibile la creazione di opere del tutto simili agli originali.
Uno dei più interessanti è Ron Mueck che associa a una ricostruzione iper fedele della realtà allo stravolgimento delle proporzioni.