Ci sono incontri artistici e personali che hanno bisogno del giusto tempo per potersi affermare e riconoscere.
Ci sono idee legate alla musica che assomigliano a sentieri, incroci, strade più o meno impervie nella giungla urbana in cui viviamo.
Ci sono momenti in cui l’alchimia artistica può non essere in grado di sbocciare e fiorire finché non si compie un percorso, un cammino necessario senza il quale è impossibile creare l’empatia fondamentale per una band.
Ascoltare le canzoni dei Mahout, parlare con Emiliano e con i suoi complici in musica ripercorrendo la storia della loro band per preparare la puntata di Moon Safari in cui sono stati ospiti, mi ha portato a riflettere su come sia fondamentale il cambiamento, il percorso necessario utile a osservare la propria realtà da lontano per poterla comprendere meglio.
I Mahout nascono artisticamente nel 1997 con una particolare formazione volutamente priva di basso che proponeva una sorta di grunge sperimentale. I primi concerti giovanili, le performance nei locali del pinerolese e non solo vedono la band produrre tante idee musicali seppur ancora quasi embrionali ma che portano alla realizzazione di diversi brani originali, alcuni dei quali sono attualmente ancora in scaletta nelle performance live.
Nel 2004 avvenne lo scioglimento del trio, un episodio inevitabile perché causato dalle diverse influenze musicali che rapirono singolarmente Emiliano Griso, Enrico Battaglio e Francesco Salvarola.
Dopo otto anni, in cui questi tre ragazzi hanno percorso strade artistiche lontane passando dal roots reggae al rock, avviene la rinascita della band: il tutto accade in un momento in cui i Mahout si ritrovano in sala prove quasi per gioco, stavolta con un bassista, Enrico Ferrero, musicista con solide basi funk e reggae, generi apparentemente inconciliabili con la vena garage e grunge degli inizi ma che ora riescono a fondersi naturalmente con il ritmo giamaicano in levare grazie alla tecnica, alla forza e alla passione che i Mahout trasferiranno poi anche sui palchi.
Ci sono voluti alcuni anni ma la consapevolezza della necessità di dover cambiar pelle per potersi effettivamente riconoscere ha portato i Mahout a proporsi in un lungo tour grazie al quale hanno incrociato artisti di fama mondiale come Alborosie, Bluebeaters e Sud Sound System.
Questi incroci esperienziali artistici e personali si stanno attualmente concretizzando nella realizzazione del primo album che vede i Mahout prendersi il giusto tempo per dedicarsi a questo lavoro con tanta cura e tanta meticolosità. Quelle influenze garage e quelle altrettanto decise radici reggae che prima apparivano inconciliabili adesso si fondono naturalmente in un sound unico che costituisce lo stile dei Mahout, un’idea contaminata di musica che li rende riconoscibili fin dal primo ascolto.
Lo scorso 1 febbraio 2017 le strade dei Mahout si sono incrociate con le esplorazioni musicali al chiaro di luna di Moon Safari grazie a un live realizzato in studio con il fondamentale apporto di Umberto Balistica Cerutti e Paolo Billo Rovara, ascolta e scarica gratuitamente il podcast cliccando sul link qui sotto.