Il gruppo di ricerca Mutamenti sociali, valutazione e metodi (MUSA) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Irpps) ha indagato il meccanismo dello sviluppo dei pensieri suicidi in adolescenza. La ricerca si differenzia da precedenti studi perché non tiene in considerazione solo gli aspetti psicologici, ma anche quelli socio-demografici e sociologici e questo ha permesso di comprendere meglio l’origine del problema.
Lo studio si è basato sui dati di un’indagine quantitativa trasversale post-pandemica condotta dal gruppo a cavallo tra il 2021 e il 2022 attraverso la tecnica CAPI (Computer Assisted Personal Interview) su un campione rappresentativo di 4.288 adolescenti italiani frequentanti le scuole superiori.
Il primo dato emerso non è buono: quasi la metà (44,9%) degli adolescenti italiani ha sperimentato almeno una volta il pensiero suicida.
Il sociologo e responsabile dell’indagine Antonio Tintori ci ha parlato di questo studio spiegando come mai il pensiero suicida caratterizza maggiormente le ragazze (6 su 10 contro 4 ragazzi su 10) e come si può intervenire per aumentare il benessere psicologico dei giovani.
Per approfondire, puoi leggere lo studio completo qui