Un sondaggio per indagare lo sguardo degli adolescenti sulla violenza sessuale e sul consenso è proprio uno di quei documenti di cui si sente il bisogno dopo alcuni eventi incresciosi di quest’estate, ma anche dopo un dibattito spesso poco lucido sulle varie vicende.
Il lavoro che Ipsos ha condotto per ActionAid, “I giovani e la violenza tra pari“, parte a dire il vero da più lontano, perché questo tipo di domande non sono certo emerse soltanto in queste settimane. Dall’indagine emerge che sono ancora tanti gli adolescenti (di ogni genere) che considerano accettabili alcune forme di violenza, che pensano che una donna possa sempre sottrarsi ad un rapporto se non lo vuole, e che molte persone si identifichino come non binarie/fluide/trans solo per una moda del momento.
Ne parliamo con Maria Sole Piccioli, Responsabile Education di ActionAid, che ci tiene a far capire che questo non vuole essere un atto d’accusa verso i giovani. Al contrario, la responsabilità di questa mentalità sta negli adulti che la diffondono attorno a loro: dai genitori agli insegnanti, fino ai politici e ai comunicatori. Alla base di certe azioni c’è una cultura diffusa, in tutte le zone d’Italia analizzate nel sondaggio. Per contrastarla, ci dice Piccioli, occorre dedicare tempo e spazio a questi temi e soprattutto farlo tramite un’altra prospettiva: quella, ad esempio, che evita di addossare responsabilità alle vittime della violenza, come purtroppo capita regolarmente.
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