Qualche giorno fa è emerso l’ennesimo allarme sulla sanità italiana: 10mila medici impiegati dal Sistema Sanitario Nazionale sarebbero sul punto di andare in pensione, di passare al privato in pianta stabile o in modalità part-time. Si tratta solo dell’ultimo segnale del progressivo impoverimento della sanità pubblica, nonostante le promesse avanzate durante la pandemia da Covid-19.
Il sindacato Anaao Assomed è infatti già in stato di mobilitazione dallo scorso dicembre, ci ricorda il Segretario Nazionale Pierino Di Silverio in questa intervista. D’altra parte, nell’aprile 2022 avevamo intervistato il presidente Costantino Troise sugli stessi argomenti.
Di Silverio ora aggiunge che non si esclude lo sciopero, perché lo svuotamento della sanità pubblica a favore di quella privata sta arrivando al punto di rottura. Le conseguenze sono ben visibili anche per i pazienti, che per molte visite o controlli si trovano davanti liste d’attesa di mesi, se non anni.
La colpa, dice Di Silverio, sta proprio nella mancanza di personale e di risorse. Ora inoltre ci si sta avvicinando ad un momento cruciale, poiché il contratto nazionale è in scadenza. Bisogna quindi ragionare non solo dei numeri e delle assunzioni, ma anche della qualità dell’impiego che viene proposto.
“Questa non è una crisi professionale: è una vera e propria crisi sociale” dice Di Silverio, aggiungendo che tutto il “puzzle” che compone la cura del paziente si sta disgregando. Qui emerge allora una nota dolente della vertenza sindacale: le sigle sono tante, fa notare, e c’è poca collaborazione con le rappresentanze, ad esempio, del lavoro infermieristico, sebbene si tratti evidentemente di questioni strettamente collegate.
Puoi ascoltare qui l’intervista: