In questa stagione abbiamo parlato molto di “Sud globale”, ovvero di quella parte di mondo che si contrappone al cosiddetto “Nord” o “Occidente”. Ecco, l’abbiamo spesso fatto mettendo al centro la Cina, motore economico fondamentale e sempre più anche motore politico. Però c’è un altro Paese che incarna la natura di “Sud globale” forse più di ogni altro: il Brasile.
Con il ritorno alla presidenza di Luiz Inácio “Lula” Da Silva, Brasilia sembra proprio volersi rimettere al centro della scena. E infatti Lula è volato a Pechino per incontrare Xi Jinping, per poi andare a Shanghai per l’insediamento della nuova direttrice della Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS, ovvero l’ex Presidente Dilma Rousseff. Qui, Lula ha usato parole importanti contro l’egemonia del dollaro. «Ogni sera – ha detto – mi chiedo perché tutti i paesi debbano basare il loro commercio sul dollaro. Perché non possiamo commerciare in base alle nostre valute? Chi è stato a decidere che il dollaro fosse la valuta dopo la scomparsa dello standard aureo?».
Parole che sono sicuramente suonate molto dolci alle orecchie di Xi Jinping, unite a tutte le altre che ha speso durante questo viaggio. Infatti Lula ha detto che gli interessi del Brasile nei rapporti con la Cina non sono solo commerciali, ma anche politici – in questo marcando un netto distanziamento da Washington – e che bisogna riformare il governo mondiale dando più rappresentanza alle Nazioni Unite; ha fatto appello alla creazione di una valuta alternativa al dollaro nelle transazioni commerciali tra le nazioni che fanno parte dei BRICS; ha fatto una visita molto simbolica a Huawei, cioè la più famosa impresa tecnologica colpita dalle sanzioni unilaterali di Washington.
Di tutto questo parliamo oggi insieme ad Alfredo Luis Somoza, una voce che molti conoscono e riconoscono, ma soprattutto giornalista, saggista e attivista, molto attento a tutto ciò che si muove nell’America del Sud.