Le ultime settimane sono state caratterizzate da un gran numero di viaggi diplomatici, al punto da essere diventato davvero difficile tenere traccia di tutti gli spostamenti interessanti.
Giovedì 6 aprile è stato il momento di Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen a Pechino, dove hanno incontrato Xi Jinping per parlare di economia, certamente, ma anche della guerra in Ucraina, un tema inevitabile a qualsiasi livello diplomatico.
Sempre giovedì, la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha incontrato a Los Angeles lo speaker della Camera statunitense, Kevin McCarthy. È la figura più in alto degli Stati Uniti a incontrare un leader taiwanese sul suolo americano dal 1979.
Ma c’è una visita che ha fatto poco rumore e che ci riporta indietro di un paio di settimane, quando Kishida Fumio, il primo ministro giapponese, ha visitato l’Ucraina. Questa visita è avvenuta con una singolare simmetria: nelle stesse ore il leader cinese Xi Jinping volava a Mosca per incontrare Vladimir Putin e ribadire la reciproca vicinanza. Un incrocio affascinante per lo schema a cui ci ha abituato il Ventesimo secolo, con Pechino e Tokyo decisamente ai ferri corti.
Però il Giappone, a differenza della Cina, negli ultimi anni ha fatto poco parlare di sé sul piano internazionale. Per cercare di capire cosa si stia muovendo in questo senso, oggi torna con noi Marco Zappa, ricercatore in studi sul Giappone presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.