Nel maggio 2020, nel pieno della prima ondata della pandemia da covid 19, negli Stati Uniti si innescava anche un’altra crisi. Con l’omicidio di George Floyd, uomo nero di Minneapolis, per mano della polizia, si accesero intense proteste di piazza sotto l’egida di Black Lives Matter (“le vite nere contano”).
Ad essere coinvolte dall’acceso scontro culturale di quei giorni furono anche le statue, considerate da molti come un simbolo del passato (e del presente) razzista e coloniale degli Usa, da altri invece come un prezioso lascito storico da conservare.
Valerio Ciriaci, un regista italiano che vive a New York, ha documentato il ruolo di questi oggetti nel duro dibattito in corso nel paese, con particolare attenzione alle statue di Cristoforo Colombo, al centro di un’intricato discorso che vede coinvolti, da un lato, i nativi americani memori dello sterminio dei propri avi iniziato con la scoperta dell’America, e dall’altro i numerosi italoamericani che vedono in Colombo un simbolo della propria storia negli Stati Uniti.
Il risultato del lavoro di Ciriaci è il documentario Stonebreakers, che viene presentato in anteprima mondiale al Festival dei Popoli di Firenze il 12 novembre alle ore 17:00 presso il Cinema Spazio Alfieri.
Puoi ascoltare qui l’intervista con il regista: