«Il nostro piano economico quinquennale ha mancato i suoi obiettivi in quasi tutti i settori». Le parole pronunciate dal leader nordcoreano Kim Jong-Un durante il discorso iniziale dell’ottavo congresso del Partito dei Lavoratori, concluso questa settimana con una parata militare e con la presentazione di nuove armi balistiche, non sono quelle che ci si aspettava.
Il piano quinquennale era stato presentato da Kim al congresso del Partito dei Lavoratori nel 2016, dichiarando l’obiettivo di costruire un «grande paese socialista» entro il 2020. Secondo le idee di Kim, la Corea del Nord avrebbe dovuto sviluppare un arsenale nucleare e allo stesso tempo garantire una crescita stabile dell’economia.
Eppure, vuoi per il fallimento del dialogo con gli Stati Uniti di Trump, vuoi per la pandemia di Covid-19, questi obiettivi non sono stati raggiunti. Niente di strano, fino a qui. Ma il fatto che Kim abbia ammesso il fallimento è invece una novità quasi assoluta.
Quasi, perché negli ultimi mesi era già successo che fossero riconosciuti alcuni errori, ma una simile dichiarazione fa davvero rumore.
Com’è stata ricevuta e raccontata dalla stampa mondiale? Lo abbiamo chiesto a Junko Terao, editor di Asia e Pacifico per Internazionale e anche curatrice della newsletter “In Asia”, che tutte le settimane racconta e passa in rassegna quel che succede nel continente.