Intervista a Chiara Maritato
Alla fine di novembre sono arrivate notizie di condanne per il tentativo di colpo di stato del 2016 in Turchia. Agli stessi fatti si riferiscono arresti portati avanti negli ultimi giorni. In tutti i casi gli obiettivi sono accusati di aver organizzato o aver preso parte al tentato golpe.
Perlopiù si tratta di ufficiali dell’esercito: secondo la magistratura turca alcuni di loro avrebbero ordinato l’attacco aereo contro il parlamento e altri raid sul Paese. A questi si aggiungono anche membri del movimento Gülen, ex alleato dello stesso Erdogan, ma additato dal 2017 come organizzazione terroristica.
In generale, in Turchia a partire dal 2016 si sono intensificate sempre più le operazioni condotte contro l’opposizione. Giornalisti, attivisti per i diritti umani, membri di partiti avversi sono stati arrestati e condannati. Eppure l’opposizione non si è fermata, anzi, è cresciuta nel tempo. Movimenti femministi e di lavoratori si stanno rafforzando, e riescono ora a avviare mobilitazioni molto partecipate.
Ne parla Chiara Maritato, assegnista di ricerca del dipartimento di culture, politiche e società dell’Università di Torino.