Negli ultimi anni la retorica politica di Hong Kong è andata sempre più verso posizioni di destra, in alcuni casi addirittura di estrema destra.
Un attivista di Hong Kong, con lo pseudonimo di “Promise Li”, ha firmato un articolo in cui critica quella cultura di destra strisciante che permea sia la città sia il movimento: è tempo di fare i conti – dice Promise Li – per non confonderci con chi occulta razzismo ed “eccezionalismo hongkonghese” dietro ai proclami democratici, offrendo così una giustificazione a Pechino.
Nei giorni in cui Joshua Wong e il tycoon filo-Trump Jimmy Lai vengono messi in carcere, abbiamo chiesto a “Promise” di spiegarci questo “conservatorismo profondamente radicato” al centro dell’identità hongkonghese e di dirci la sua sul perché i media mainstream occidentali privilegiano sempre queste componenti del movimento: quelle compatibili con la narrazione neoliberale.