Quella a cui si sta assistendo in questi giorni sembra una storia simile a molte altre avvenute negli ultimi anni. Una nave di una ong mette in salvo decine o centinaia di persone, fa richiesta di un porto sicuro per lo sbarco e si vede negate le autorizzazioni da parte di Stati della “frontiera meridionale” europea.
Da questa mattina la nave della ong spagnola Open Arms è ferma in mare a poche miglia da Palermo con 275 persone a bordo. Dopo il rifiuto da parte di Malta, nella giornata di ieri si sono verificati momenti di tensione a bordo. Gli spazi a bordo iniziano a scarseggiare, le persone salvate in mare hanno in molti casi bisogno di cure.
Questa storia che si ripete sembra essere frutto di una politica altrettanto ripetitiva: i Paesi che dovrebbero rappresentare i porti sicuri mirano a lanciare un messaggio politico a livello internazionale per la ripartizione delle responsabilità. Un messaggio che però passa sopra le persone in condizioni di vulnerabilità presenti sulle navi.
Ne parla Francesca Bocchini, dell’Ufficio Umanitario di Emergency.