Intervista a Davide Grasso
Il 17 marzo il Tribunale di sorveglianza di Torino ha disposto due anni di sorveglianza speciale per Maria Edgarda Marcucci, attivista che aveva combattuto al fianco delle forze curde dello YPJ contro il Daesh.
Questa misura non prevede lo svolgimento di un processo. I giudici compiono un pronostico sui possibili comportamenti futuri del cittadino, sulla base di un’analisi compiuta in collaborazione con la Polizia di Stato e la Procura della Repubblica. La decisione può essere presa anche sulla base di semplici indizi.
Non si tratta dunque di decretare la colpevolezza di una persona, ma di dichiarare che si tratta di un soggetto pericoloso per i suoi possibili futuri comportamenti.
L’istituto della sorveglianza speciale è stato accusato più volte di anticostituzionalità. Eppure, resta ancora lontano dall’attenzione dell’opinione pubblica, malgrado si tratti di una sospensione di alcune garanzie che spesso si danno per scontate.
Ne parla Davide Grasso, giornalista, scrittore e attivista.
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