Dopo mesi di contrattazione e viaggi in Prefettura, i 9 comuni hanno accettato la mediazione che cercavano
Torre Pellice è il capofila del protocollo di accoglienza della val Pellice. Gli altri 8 comuni sono Bobbio Pellice, Villar Pellice, Angrogna, Lusernetta, Luserna San Giovanni, Rorà, Bibiana e Bricherasio. A inizio 2017 avevano firmato il protocollo insieme alla PRefettura di Torino e all’ex Prefetto Saccone per la gesitone di circa 150 migranti in un bacino di circa 22 mila abitanti: circa 7 migranti ogni 1000 abitanti, ben sopra i 2,5 che indicava la legge Minniti dell’agosto 2016.
Con le nuove leggi sicurezza dell’ex ministro Salvini, peò, la quota per gestire i migranti è scesa da 31 a 21 euro a persona. Di quei soldi, il 90% andava ad operatori italiani per garantire vitto, alloggio e stipendi di insegnanti di italiano, operatori, mediatori linguistici e culturali.
La val Pellice e il suo ente gestore la Diaconia valdese, così come moltissime altre realtà in tutta Italia hanno cercato di opporsi a questa nuova situazione dicendo «non siamo albergatori. Con 21 euro a migrante vengono garantiti solo vitto e alloggio e scompare tutto il lavoro di mediazione, integrazione e insegnamento. Tutto a danno dell’accoglienza, del migrante, ma soprattutto degli operatori italiani».
Dopo il lavoro politico e diplomatico, la prefettura ha concesso la proroga fino al 31 marzo e la concessione di 28 euro a migrante. La vicesindaca di Torre Pellice Maurizia Allisio ci racconta come si è arrivati alla mediazione. Poi con Nicola Mellano, presidente della Cooperativa Fiordaliso all’avanguardia nell’accoglienza nel cuneese con la cooperativa che fa parte, insieme ad altre 8, dell’importante rete di coordinamento di “Rifugiàti in rete“, capiremo perché loro non hanno accettato la mediazione.