A dicembre la sonda lascerà l’asteroide, dopo 18 mesi e due touchdown. L’arrivo previsto sulla Terra è per la fine del 2020
Mancavano poche settimane al touchdown della sonda Hayabusa2 sull’asteroide Ryugu e Stefania Soldini, membro del team della missione per l’agenzia Jaxa, ci aveva raccontato l’attesa e la difficoltà di un’operazione così delicata a milioni di chilometri dalla Terra.
Da allora la sonda giapponese ha effettuato ben due touchdown sul “suo” asteroide, due veloci baci spaziali nel corso di una lunga danza orbitale durata mesi e che presto dovrà terminare [bonus: qui trovi il messaggio di Brian May in occasione del secondo touchdown].
Nei prossimi mesi infatti la sonda Hayabusa2 lascerà per sempre l’asteroide 162173 Ryugu e riporterà il prezioso carico di rocce e campioni sulla Terra, dando ai ricercatori materiale di studio per capire, tra le altre cose, qualcosa di più sulle origini del Sistema Solare.
Torniamo ad intervistare Stefania Soldini per capire come sia andata fin qui la missione, quali siano le sfide future e quali i risultati fino ad ora raccolti (ad esempio scoprire che Ryugu è roccioso e non presenta polveri sulla superficie)