Il Rapporto annuale sulla pena di morte curato da Amnesty International mostra come il 2018 sia stato l’anno con il più basso numero di esecuzioni capitali in almeno un decennio.
I maggiori progressi si sono registrati nei Paesi che fino ad ora si erano dimostrati i più resistenti rispetto all’abolizione della pena di morte. Ciò rappresenta sicuramente un segnale importante: forse anche i più accaniti sostenitori cedono di fronte al fatto che la condanna non serva allo scopo prefisso, ovvero alla dissuasione dal commettere reati.
Se la tendenza globale mostra un calo, in alcuni Paesi si sta pensando ad una reintroduzione della pena di morte, cosa che dimostra che la strada verso l’abolizione totale è ancora lunga.
Ne parla Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia.