I dati raccolti nel 2013 dal Planetary Fourier Spectrometer, lo strumento italiano bordo della sonda dell’Esa Mars Express, hanno confermato le rilevazioni che negli stessi giorni erano state effettuate al rover Curiosity della NASA nel pressi del cratere Gale, sulla superficie del Pienata Rosso.
«Abbiamo per la prima volta la conferma indipendente da parte di due strumenti molto diversi tra loro, della presenza di metano su Marte»
Marco Giuranna, ricercatore Inaf che ha guidato lo studio
Lo studio, pubblicato su Nature Geoscience, si concentra anche su di una seconda questione decisamente importante: dove si sia originato il gas. «Abbiamo scoperto per la prima volta – racconta Marco Giuranna, ricercatore Inaf che ha guidato lo studio – una possibile sorgente di metano, cioè un possibile luogo di origine dal quale è fuoriuscito questo gas dalla superficie marziana».
La ricerca apre ad altri ulteriori interrogativi, come scrive anche il New York Times. In particolare in relazione alla comprensione dei perché alla base della discontinuità con cui il metano viene rilevato nell’atmosfera: l’ipotesi e che vi possano essere dei meccanismi di distruzione di questo gas su Marte che ad oggi non sono ancora stati capiti.
Ma non solo: ovviamente c’è il grande interrogativo relativo a quale sia l’origine del metano, se biologica o geologica. Interrogativi cui per ora non si può ancora dare risposta.
Questo e altro nell’intervista a Marco Giuranna, il ricercatore dell’Inaf che ha guidato lo studio.