Le operazioni di spegnimento dureranno ancora alcuni giorni. La proprietà turca «Per noi 500.000 euro di danni»
Continuano le operazioni di spegnimento dell’incendio scoppiato nell’area industriale dell’ex Annovati a Frossasco da parte delle squadre dei Vigili del Fuoco. La situazione, resa particolarmente difficoltosa dall’estensione dell’incendio e dal materiale fortemente combustibile, richiederà ancora alcuni giorni per essere completamente risolta, come ci racconta il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Marco Frezza.
Nella mattinata di oggi (1 aprile), presso il Comune di Frossasco, si è svolto un incontro tra i sindaci della Val Noce e l’Arpa Piemonte che, a partire dalle prime ore dell’incendio, ha costantemente monitorato la qualità dell’aria senza rilevare particolari criticità. Nel corso dell’incontro si è comunque stabilito di proseguire il controllo nei giorni a venire a scopo precauzionale. Sulla questione si è espressa la referente dell’Arpa Antonella Pannocchia.
In un contesto di grande preoccupazione da parte degli abitanti di Frossasco, nel corso di questi giorni si sono rincorse voci sulla possibile presenza di materiali tossici all’interno del cumulo che sta bruciando ormai da cinque giorni. Al riguardo il sindaco Federico Comba invita alla calma ed esorta chi, eventualmente, avesse dei fondati sospetti a farsi avanti in via ufficiale.
Antonella Pannocchia, referente di Arpa, si sente invece di escludere questa ipotesi sulla base dei rilievi effettuati in questi giorni.
Certo è che il cumulo di materiale infiammabile presente da anni nel piazzale dell’azienda destava preoccupazione già da diverso tempo e aveva indotto l’amministrazione a emettere due ordinanze per la messa in sicurezza e lo smaltimento di alcune categorie di rifiuti.
Nel 2017 lo stabilimento era passato, tramite asta fallimentare, alla multinazionale turca Kastamonu che, attraverso il suo health and safety manager Luca Barboni, fa sapere di avere ottemperato alle ordinanze e di non avere quindi responsabilità oggettive sull’accaduto.
La nuova proprietà lamenta un ingente danno economico e un possibile ritardo nella riapertura dello stabilimento. Inoltre esclude, salvo accertamenti che lo smentiscano, l’ipotesi dell’autocombustione.
Sulla vicenda sta indagando la Procura di Torino per accertare eventuali inadempienze e stabilire l’origine dell’incendio. Questa mattina un perito è stato inviato per i primi rilievi. Al momento nessuno è iscritto nel registro degli indagati.