Il 28 febbraio sono stati liberati tutti i giornalisti algerini fermati dalla polizia per aver partecipato a una manifestazione “contro la censura”. Le proteste in Algeria delle ultime settimane hanno avuto origine dalla decisione del Presidente Bouteflika di ricandidarsi alle elezioni del prossimo 18 aprile.
Bouteflika è al potere dal 1999, ed è ormai considerato un simbolo della struttura di potere e del sistema politico-militare che tiene le redini dell’Algeria sin dalla sua indipendenza. La sua ricandidatura, ormai ottantaduenne e costretto dal 2013 all’immobilità da un ictus cerebrale, sembra essere il risultato di un compromesso tra le principali componenti del pouvoir algerino, ovvero gli esponenti del mondo politico, militare e della sicurezza, che preferiscono mantenere lo status quo per evitare che una prevalga sulle altre.
Il problema della classe dirigente è legato alla sua incapacità di comprendere le esigenze della popolazione, e le soluzioni tampone messe in campo fino ad ora non sembrano più sufficienti.
Ne parla Lorenzo Marinone, analista del Ce.Si. Centro Studi Internazionali.