Appena dieci anni fa i giovani uiguri dello Xinjiang, la regione più occidentale della Cina, speravano di fare carriera, di accedere a professioni di prestigio e costruire il proprio futuro secondo le proprie inclinazioni. Oggi, però, crescere in Xinjiang significa soprattutto veder passare il treno della globalizzazione e non poterci salire.
Che cosa è successo? Perché lo Xinjiang, così centrale nella strategia di sviluppo cinese, è diventato uno Stato di polizia in cui le posizioni di vertice sono sottratte agli uiguri?