Sono trascorsi tre anni dall’uccisione del ricercatore Giulio Regeni in Egitto, tre anni di dichiarazioni di intenti, azioni diplomatiche e passi indietro. Oggi sembra che tutto sia ancora ad un punto fermo.
Mentre si attendono movimenti dall’alto, si moltiplicano le iniziative sul territorio promosse da Amnesty International (che si possono trovare al sito di Amnesty), organizzate insieme a realtà locali, scuole, chiese e istituti di cultura. La speranza è che si continui a parlare della vicenda di Giulio Regeni, per non arrivare al quarto anno senza verità.
Ne parla Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.