Una giornata del 4 gennaio che intende sollevare l’attenzione su un problema che viene sottovalutato o tenuto in sordina. Stiamo parlando della sorte dei 49 profughi della Sea Watch e della Sea eye, le due navi che operano nel Mediterraneo.
Le Organizzazioni Non Governative chiedono ai Sindaci delle città d’Europa, alle realtà associative, ad ogni singola persona che crede in un futuro di giustizia e umanità di “sostenere queste richieste e continuare a navigare insieme a noi”.
La Fcei, Federazione Chiese Evangeliche in Italia e la Diaconia valdese si sono già dette pronte e disponibili all’accompagnamento e all’accoglienza dei 49 profughi della Sea Watch e della Sea eye.
Un appello simile a quello relativo ai migranti bloccati sulla nave Diciotti, ad agosto 2018.
Vi proponiamo un’intervista al pastore Luca Maria Negro, presidente FCEI.
Trovate articoli di aggiornamento sul sito Nev.it e su Riforma.it.
Ci spostiamo poi in India, per raccontarvi, tramite l’articolo pubblicato su Riforma.it, della catena umana formata da milioni di donne. 620 km di unione per sottolineare l’uguaglianza di genere, nello stato di Kerala. Alla base della protesta il sostegno alla sentenza che ha cancellato il divieto di accesso alle donne nel tempio indù di Sabarimala.