Il viaggio di Kiosk in questa ottava puntata è partito da Marrakech, dove il 10 dicembre si aprirà la conferenza intergovernativa sulle migrazioni, che vedrà gran parte dei Paesi del mondo firmare il Global Compact For Migration. Con la decisione di non firmare il patto, l’Italia si unisce ad un gruppo di stati membri dell’UE che rimane minoritario, ma molto rumoroso nella propria contestazione delle politiche migratorie: vi troviamo i quattro di Visegrad, l’Austria, e la Bulgaria. Allineandosi alle posizioni di Orban, questi paesi d’Europa centro-orientale si fanno portatori di una retorica anti-immigrazione, sovranista e securitaria, nonostante siano toccati in maniera marginale dal fenomeno migratorio.
Abbiamo discusso in seguito di Ucraina, dove l’ultimo sabato di novembre si è commemorato l’ottantacinquesimo anniversario dell’Holodomor. Insieme allo storico Ettore Cinnella, abbiamo rievocato il contesto storico e le modalità in cui, all’epoca delle grandi collettivizzazioni lanciate da Stalin, fu orchestrata la carestia artificiale che portò alla morte di oltre 4 milioni di ucraini. Ci siamo anche interrogati sulle difficoltà di un riconoscimento internazionale di questo vero e proprio genocidio del popolo ucraino, e su come le odierne relazioni tra Ucraina e Russia si riflettano nella narrazione e nei dibattiti che ne accompagnano la commemorazione.
Siamo poi tornati a parlare di attualità spostandoci in Georgia, paese che ha appena eletto la prima presidente donna della regione del Caucaso del Sud. La vittoria di Salome Zurabishvili, arrivata lo scorso 28 novembre al secondo turno delle elezioni presidenziali, ha segnato un momento storico per il paese, ma va problematizzata – non solo a causa del generoso sostegno dimostrato dal partito dell’oligarca Ivanishvili alla candidata ‘indipendente’, ma anche a causa delle critiche che le sono state rivolte dalle organizzazioni per i diritti delle donne.
La recente uscita nelle sale russe del film “Ponte di Crimea”, commedia ‘romantico-patriottica’, ci ha infine portati a discutere dei legami tra cinema e propaganda nella Russia di oggi. Con Martina Napolitano, redattrice di East Journal, abbiamo approfondito la riflessione su libertà e censura nella sfera culturale parlando anche del regista Kirill Serebrennikov, attualmente sotto processo per frode e appropriazione indebita di fondi provenienti dallo stesso Ministero della Cultura.
Infine, torniamo a parlare di politiche linguistiche, questa volta in Lettonia, attribuendo il premio Polveriera balcanica della settimana alla testata Il Post.