La nuova tassa sui money trasfer prevede l’introduzione di un prelievo del 1,5% su ogni trasferimento di denaro diretto all’esterno dell’Unione Europea. Non saranno tanto colpiti i grandi patrimoni, mentre, secondo uno studio della fondazione Leone Moressa, a risentirne maggiormente saranno le persone che inviano nei loro paesi d’origine fondi per il sostegno delle loro famiglie.
Si tratterebbe quindi di migranti regolari, con regolari lavori in Italia, tanto che la stampa ha iniziato a chiamare la nuova imposta “tassa sugli immigrati”. Il gettito per le casse dello Stato ammonterebbe circa a 60 milioni di euro, una cifra in realtà non elevata, ma che significa molto per coloro che mantengono le loro famiglie all’estero.
Diverse organizzazioni internazionali sostengono la necessità di facilitare l’invio di aiuti a casa da parte dei migranti, e anche l’Italia si era impegnata per facilitare l’abbassamento delle rimesse sui money transfer: ciò potrebbe anche portare a un rallentamento dei flussi migratori, garantendo più ricchezza nei paesi più in difficoltà. Oggi però questa tendenza si inverte.
Molti invocano la necessità di “aiutare a casa loro” i migranti, ma è anche opportuno ricordare che sono i migranti ad aiutare le loro famiglie inviando denaro dall’Italia.
Ne parla Enrico Di Pasquale, della fondazione Leone Moressa.