Negli ultimi tempi non si sente più parlare di Lampedusa, prima invece spesso al centro dei dibattiti sui flussi migratori dall’Africa verso l’Europa. Eppure l’isola non ha mai cessato questo suo ruolo. Ciò che è cambiato è la natura stessa degli arrivi di migranti.
Da circa un anno a questa parte sono drasticamente diminuite le grandi imbarcazioni, mentre prevalgono le piccole barche soprattutto provenienti dalla Tunisia. Spostamenti di questo tipo possono essere effettuati da persone in autonomia, ma ciò non significa una cessazione degli spostamenti su scala più ampia. Dalla Libia infatti si documentano partenze su piccole barche in legno, per poi concentrare i migranti su navi più grandi in vista della traversata e infine utilizzare di nuovo piccole imbarcazioni per l’ultimo tratto del percorso: parrebbe quindi finito il periodo dei gommoni lasciati alla deriva che tanta risonanza ha avuto nelle discussioni degli scorsi anni. Ma ciò non significa affatto un miglioramento della situazione in Libia. In particolare, dopo il caso della nave Diciotti, si è registrata una diminuzione degli arrivi dalla Libia, che ha portato alla fine del racconto di cosa accada nel Paese nordafricano: con la ripresa degli sbarchi nelle ultime settimane è ripreso anche il racconto da parte dei protagonisti delle violenze subite, e la situazione non può più essere ignorata.
Lampedusa per ora resta serena, gli abitanti tranquilli, ma non si può sapere, al momento, che cosa accadrà nei prossimi mesi.
Ne parla Marta Bernardini, operatrice di Mediterranean Hope.