Durante la battaglia di Raqqa dell’estate 2017, la Coalizione internazionale anti-Isis ha gravemente violato le leggi internazionali. Così sostiene Amnesty International, che ha appena pubblicato un rapporto sulla distruzione della città.
Il report, intitolato “Guerra di annichilimento: devastanti perdite di vite umane a Raqqa, Siria”, rivela come la coalizione militare abbia ridotto la città ad un cumulo di macerie e ucciso centinaia di civili, violando il diritto internazionale umanitario.
La totale devastazione dell’ex roccaforte Isis non è riconosciuta come tale dalla Coalizione, che riconosce come veritiero solo il 5% dei danni causati secondo il rapporto. Ma, spiega Amnesty, il documento è stato redatto attraverso visite a siti bombardati e interviste ad abitanti sopravvissuti al massacrato.
La scelta del termine «annichilimento» deriva dal discorso del segretario Usa alla Difesa James Mattis, che a suo tempo aveva promesso una «guerra di annichilimento» contro il cosiddetto Stato islamico.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, racconta di almeno 30mila attacchi, e di come la distinzione tra civili e militari sia stata praticamente nulla.
«È stato un massacro, nient’altro» dice Noury. «Una popolazione che è in trappola diventa complice dell’invasore, e quindi subisce delle conseguenze furibonde – continua il portavoce – anche la bomba più intelligente nei confronti di un obiettivo sbagliato crea danni».
Il documento cita inoltre quattro famiglie che sono state «sterminate», con oltre un centinaio di morti. A peggiorare la situazione, il fatto che ci sia «la più completa impunità nei confronti di chi ha compiuto gli attacchi» conclude Riccardo Noury.