Olimpiadi bis a Torino: sì o no? La possibile candidatura di Torino nel 2026 per le Olimpiadi invernali fa interrogare il territorio. Nei giorni scorsi la Camera di Commercio ha presentato uno studio di pre-fattibilità che consiste in un documento di 23 pagine in cui si stabiliscono a grandi linee i costi e le prossime tappe necessarie per l’eventuale nuova candidatura. Intorno a questo tema, negli ultimi giorni il Movimento 5 stelle si è spaccato: Beppe Grillo ha aperto alla possibilità del ritorno delle Olimpiadi a Torino e ha ottenuto l’approvazione della sindaca Chiara Appendino, ma non tutti sono d’accordo. Lunedì 12 marzo, per la prima volta nei 21 mesi di questa amministrazione, è mancato il numero legale in Sala Rossa proprio quando si sarebbe dovuto discutere della candidatura olimpica.
Vincenzo Ilotte, presidente Camera di Commercio di Torino, racconta che:
«È un’opportunità unica e irripetibile per il nostro territorio. Nessuna candidatura può essere forte come la nostra, in virtù delle opere già ostruite per Torino 2006 e che ancora sono utilizzate. Saremo gli unici a rispettare i due nuovi vincoli del Cio: olimpiadi low cost, rispettose dell’ambiente e legacy, ovvero un piano per il post olimpico»
Davide Bono, consigliere regionale Movimento 5 stelle, esprime invece alcuni dubbi e perplessità:
«Credo ci siano altre priorità prima di pensare alle Olimpiadi. Vorrei che quei soldi, quasi 2 miliardi di euro, fossero utilizzati in primis per migliorare il trasporto locale, le scuole e gli ospedali del territorio. Perché quei soldi devono arrivare soltanto se si fanno le olimpiadi?»