Ne sono stati fatti due film, uno nel 1986 e l’altro, celeberrimo, nel 2002, innumerevoli documentari e svariate biografie. Il suo volto è familiare, grazie anche ai molti autoritratti prodotti nel corso della vita. Si tratta di una delle artiste più note e amate di sempre; le sue opere simboliche sono, a loro volta, diventate simbolo di indipendenza e autodeterminazione femminile fino a oscurare qualsiasi altra artista.
Nonostante questo, Frida Kahlo è prima di tutto una pittrice di talento, la cui vita si è intrecciata con importanti eventi politici e artistici dell’inizio del Novecento. Amava far coincidere la propria data di nascita con l’anno della rivoluzione messicana, il 1910; ha fatto parte attiva del Movimento Comunista Messicano a cui si iscrisse nel 1928; André Breton, poeta e teorico del surrealismo, la invitò a Parigi, dove le venne dedicata una mostra e dove frequentò gli esponenti del movimento surrealista, molto in voga in quegli anni, a cui però non dirà mai di appartenere.
Ha sempre mantenuto la propria autonomia stilistica parlando di se, del proprio corpo, del Messico e del suo folklore. Ora è a Milano, al Mudec, in una mostra tra le più complete che l’Italia abbia visto. Ne parla il curatore, Diego Sileo.