La chiesa metodista di Roma esprime vicinanza, solidarietà e condivisione ai fratelli e alle sorelle colpite dall’attentato kamikaze avvenuto domenica 17 dicembre alla chiesa metodista di Quetta in Pakistan.
«Sono persuaso che né morte, né vita potranno separarci dall’amore di Dio» Romani 8,38
Siamo sconvolti per l’attentato kamikaze che ha colpito la chiesa sorella Metodista, durante il culto domenicale, a Quetta in Pakistan.
Cordoglio, silenzio, preghiera e vicinanza nella fede esprimiamo ai nostri fratelli e sorelle pakistane.
Colpire una comunità di fede, durante il momento più alto del culto domenicale, è un attentato contro ogni credente, contro ogni confessione e religione.
Ogni uomo e ogni donna credente è oggi colpita, ferita e uccisa a Quetta.
Malvagia è la mano, il cuore e la stessa fede che arma e colpisce in nome di una religione che nulla ha in comune con l’odio e la morte.
Le religioni, i credenti di ogni fede, nulla condividono con chi ha la violenza e la morte come voce e arma contro i propri fratelli e sorelle, contro uomini e donne di Quetta oggi, e di ogni altro tempio, chiesa, sinagoga e moschea ieri.
Nei giorni di attesa della nascita dell’Amore, la nascita di un bambino povero tra gli ultimi di Betlemme, come chiesa metodista di Roma non possiamo che pregare per il dono della PACE, pace agli uomini e alle donne amate dal Signore, e rinforzare la nostra certezza che la vita non finisce. Questa certezza del dono della pace e della resurrezione siano forza per i nostri fratelli e le nostre sorelle colpiti nel dono grande della vita. Domenica prossima durante il nostro culto domenicale pregheremo per la pace contro ogni violenza compiuta nel Nome di Dio e ricorderemo i fratelli e sorelle colpite a Quetta e in ogni altro tempio di fede e di pace.
Abbiamo raccolto un messaggio dalla pastora delle chiesa metodista di Roma, Joylin Galapon.